I Cerretani abitanti di Cerreto, si intendono e si intendevano di tartufo, perché Cerreto, terra dei “Cerretani” è anche la terra indiscussa del fascinoso tubero.
Cerretani-ciarlatani, un passato, una storia antichissima e avvincente, risalente al XIV secolo.
I ciarlatani preparavano un liquore, all’essenza di tartufo nero, un elisir d’amore, che vendevano nelle fiere con abili espedienti, come rimedio prodigioso. Il fascinoso tubero che era stato l’alimento naturale della loro alimentazione, diventò all’improvviso, per necessità, l’ingrediente di medicamenti miracolosi in grado di curare l’impotenza o risvegliare il desiderio.
E qual’ è la storia sul mestiere che ha dato origine alla genia dei ciarlatani?
Nel Medioevo, i venditori ambulanti, unico contatto economico esterno dei borghi, cercavano di vendere merci incredibili, portentose e rimedi miracolosi. Questi mercanti, figure fantasiose che con tante chiacchiere, storie, racconti inverosimili, cercavano di commerciare, si spacciavano per ciò che non erano. In Valnerina da Cerreto di Spoleto a Montesanto, Triponzo e Sellano gli abitanti, trovandosi nel bisogno di dover scampare alla difficile situazione sociale e di natura, per poter sopravvivere, affollavano fiere, mercati dello stivale e di tutta Europa, per mercanteggiare. I Cerretani abitanti di Cerreto di Spoleto, magnifico borgo medievale dell’Umbria e meraviglia indiscussa della Valnerina, furono i primi a spostarsi, per vendere l’elisir d’amore.
Questo tipo di venditori vennero chiamati “cerretani” trasformandosi nel tempo in “ciarlatani, perché nessuno era in grado di “ciarlare” come loro, di intrattenere la folla nelle piazze, nei mercati, ricorrendo al gioco, alla magia e immaginazione.