Barbanera, patrimonio dell’umanità, è un famosissimo lunario stampato per la prima volta a Foligno nella metà del‘700 e fa parte di una tradizione antica unita alla grande storia tipografica di Foligno.
Tutto ebbe origine con un lunario in foglio pubblicato da Pompeo Campana, stampatore vescovile.
Sul frontespizio delle antiche edizioni era raffigurato un uomo dalla barba nera, indicato come filosofo, astrologo e astronomo e da qui il nome del celebre Almanacco, raffigurato con i suoi strumenti di lavoro, cosi come ancora oggi si presenta nel francobollo a lui riservato dalle Poste italiane, esponeva in rime le sue doti, il suo talento:
“Gli astri il sole e ogni sfera
Or misura Barbanera,
per poter altrui predire
Tutto quel che ha da venire”.
Il progetto funzionò e fu ripreso dalle tipografie Tomassini e Campitelli.
Fu una formula ammirata fin da subito, tanto che nell’Ottocento per la sua notorietà e per il fascino misterioso del personaggio era diventato così celebre, da essere imitato in tutta Italia. Durante i flussi migratori, si stamparono varianti per gli immigranti, con consigli precisi per integrarsi oltre oceano.
Barbanera diventò un mezzo interculturale importantissimo
E’un calendario-lunario astrologico, le sue lune, nelle fasi calanti o crescenti, sono un forte riferimento per molte necessità: dal coltivare la terra, ai trattamenti di bellezza e salute o per le previsioni metereologiche. Al calendario si aggiungono ricette e molte altre curiose previsioni.
« Er Padreterno, pe’ ddà’ ggusto a ttanti, Dovrebbe sta’ ccor Barbanera in mano! » (Giuseppe Gioacchino Belli, La coletta p’er tempo bbono[1
Dalla prima metà del xx secolo i diritti di pubblicazione del calendario, dell’almanacco e del lunario di Barbanera sono dell’Editoriale Campi, casa editrice di Foligno.